Lo Spazio Gattinara è uno studio fotografico disponibile per shooting foto e video con limbo in muratura, attrezzature Profoto ed Elinchrom, postazioni digitali ed operatori professionali.
È stato per oltre vent’anni lo studio del Maestro fotografo Luigi Gattinara e ora torna a vivere come spazio di lavoro e condivisione, nutrito da una nuova linfa ma cosciente della sua grande storia. Compito che portano avanti due giovani professionisti: Mirko Lamonti e Marco Ferrari.
Oltre alla sala di posa lo Spazio offre un’area meeting-rappresentanza dove è possibile allestire pasti e rinfreschi, una cucina attrezzata e una cabina spogliatoio.
La sala di posa è alta 5,2 metri, profonda 10,5 metri e larga 7,5 metri, dimensioni che rendono più agevoli le operazioni d’illuminazione ed è predisposta con prese elettriche da 16A, 32A e 63A per assicurare la massima modularità.
L’estetica dello spazio richiama fortemente il lavoro del Maestro Luigi Gattinara, presente non solo nelle sue numerose opere esposte ma anche nell’arredamento e nei dettagli che creano un ambiente unico e di grande fascino.
Si terrà dal 16 al 25 ottobre 2020 la VI edizione di ‘Archivi Aperti’, promossa da Rete Fotografia - Associazione non profit che promuove dal 2011 la cultura fotografica in Italia.
La manifestazione si volgerà in modalità mista, con visite in sede con presenza di pubblico e dirette online. Quest’ultime daranno la possibilità ad un pubblico più ampio di fruire dei molti appuntamenti offerti.
41 archivi partecipanti la maggior parte dei quali a Milano, oltre a Bergamo, Cesena, Dalmine, Rende (CS), Roma, Rozzano (MI), Sesto San Giovanni (Mi), Sinalunga (SI), Treviso e Trieste.
70 appuntamenti in programma di cui 29 in sede, grazie anche alla collaborazione di AFIP International Associazione Fotografi Professionisti,di GRIN, Gruppo Redattori Iconografici Nazionale e di Tau Visual, Associazione Nazionale Fotografi Professionisti - soci di Rete Fotografia.
‘Archivi Aperti’ ha la particolarità di aprire al pubblico gratuitamente le collezioni fotografiche di archivi, musei e fondazioni, studi di fotografi professionisti accompagnati da conservatori e curatori. Oltre a riflettere su temi importanti legati al mondo dell’immagine, il pubblico ha la possibilità di scoprire realtà spesso conosciute solo dagli specialisti. Come ad esempio il Fondo Emilia Zinzi (conservato presso l’Università della Calabria) storica dell’arte, scomparsa nel 2004, a cui si devono molte battaglie in difesa del patrimonio artistico calabrese.
Tra le novità di quest’anno vogliamo citare la partecipazione del Museo delle Storie di Bergamo e del Centro di documentazione Citroena Sinalunga in provincia di Siena che offriranno visite guidate presso le proprie sedi. L’Associazione Italia Russia - nata come ‘Italia Urss’ e diventata 'Italia Russia’ nel 1946 per sviluppare gli scambi culturali tra i due Paesi - racconterà la propria storia attraverso le fotografie conservate negli anni.
Tra i professionisti partecipa per la prima volta il fotografo musicale Giovanni Canitano, uno dei padri spirituali della fotografia musicale, in una diretta insieme al giornalista e conduttore Carlo Massarini.
Alcuni incontri saranno occasione per raccontare come il lavoro di conservazione e catalogazione si concretizzi spesso in mostre temporanee di particolare interesse. Ad esempio la rassegna dedicata a ‘Cesare Colombo’ dal Civico Archivio Fotografico di Milano al Castello Sforzesco, prorogata per l’occasione fino al 25 ottobre. Oppure la mostra dedicata dalla Fondazione 3M ad Alberto Sordi, che si inaugura il 20 ottobre a Casa del Cinema di Roma (a cura di Roberto Mutti), con immagini dei backstage di molti suoi film.
Il Centro Apice racconterà il progetto di mostra itinerante, da realizzarsi con il concorso del Comune di Milano, che attraverso 90 immagini selezionate tra 400.000 negativi dell’‘Archivio fotografico La Notte’, descriverà la cronaca della città di Milano dagli anni ‘50 agli anni ‘90.
Infine durante l’incontro online organizzato dall’Archivio Storico Intesa SanPaolo - oltre al focus dedicato alla storia degli studenti africani a Milano che parteciparono al progetto ‘Finafrica’ promosso dalla Cariplo a partire dal 1967 - si parlerà di come è nata la mostra alle Gallerie d’Italia di Milano (dal 9 ottobre al 22 novembre 2020) frutto del lavoro di catalogazione e di scelta di oltre 3300 immagini provenienti dall’‘Archivio Publifoto Intesa SanPaolo’, che riproducono i bombardamenti su Milano nell’agosto ‘43.
Il tema scelto per l’edizione 2020 è Anomalie/Trasformazioni. Narrazioni contemporanee e nuovi sguardi.
Molti archivi partecipanti - come il Museo di Fotografia Contemporanea Mufoco - attraverso i fotografi di cui conservano le immagini indagheranno su come questi abbiano in passato raccontato il tema della trasformazione e dello shock improvviso. Verranno confrontati i diversi sguardi e le narrazioni prodotte. Si rifletterà sulle nuove modalità di resilienza e sulle ragioni stesse del nostro agire nell'attuale contesto sociale per arrivare a valutare e comprendere l’importanza della conservazione, catalogazione, digitalizzazione e valorizzazione del patrimonio fotografico.
La manifestazione sarà aperta da una Tavola Rotonda che quest’anno si terrà online, venerdì 16 ottobre, con interventi di Luca Andreoni, Cristina Baldacci, Maurizio Guerri, Silvia Paoli, e Daniela Aleggiani, come moderatrice.
A chiusura della manifestazione, domenica 25 ottobre, si terrà sempre online una tavola rotonda con fotografi autori, dal titolo Per una fotografia autoriale utile all’altro. Intervengono: Michele Borzoni, Andrea Frazzetta, Elena Givone, Rocco Rorandelli e Valentina Tamborra. Moderatori: Mariateresa Cerretelli e Roberto Tomesani.
27 Archivi di Enti, le Fondazioni, Università e i Musei
Archivio Storico Asp Golgi e Redaelli; Archivio Storico Fondazione Fiera, Archivio Storico Intesa San Paolo; Archivio Storico Touring Club Italiano;
Fondazione 3M; Fondazione AEM – GRUPPO A2A; Fondazione Dalmine (Dalmine, BG); Fondazione Isec (Sesto San Giovanni); Fondazione La Triennale di Milano, Biblioteca del progetto;
Mufoco - Museo di Fotografia Contemporanea (Milano - Cinisello Balsamo); Museo Martinitt e Stelline; Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci”; Civico Archivio Fotografico di Milano - Castello Sforzesco; Veneranda Fabbrica del Duomo; Museo delle Storie (Bergamo);
Centro Apice – Archivi della Parola, dell’Immagine e della Comunicazione Editoriale – Università degli Studi di Milano; Archivio Fotografico ‘Emilia Zinzi’, Biblioteca Umanistica ‘F. E. Fagiani’, Università della Calabria, Rende (CS)
Fototeca Ando Gilardi; Fototeca dei Civici Musei di Trieste.
AESS - Archivio Etnografia e Storia Sociale di Regione Lombardia; Archivio della Rivista e gruppo editoriale Domus (Rozzano); Archivio dell’Associazione Italia-Russia DI Milano; BAUER – Archivio storico dei corsi di fotografia del CFP Bauer; Centro di Documentazione Storica Citroën di Sinalunga (SI); Centro Cinema della Città di Cesena; Ecomuseo Urbano Metropolitano Milano Nord; Chippendale Studio.
14 archivi e studi di professionisti
gli archivi di Gabriele Basilico, Giovanni Canitano (Roma), Enrico Cattaneo, Lelli e Masotti, Graziella Vigo;
gli studi di Roger Corona, Piero Gemelli, Giovanni Hänninen, Laila Pozzo e Pio Tarantini;
oltre all’Archivio storico di Fotogiornalismo Agenzia Giancolombo, la Photo Library di Giancarlo Gardin (Treviso), la Fondazione Gian Paolo Barbieri e la CollezioneDonata Pizzi.
ANOMALIE/TRASFORMAZIONI NARRAZIONI CONTEMPORANEE E NUOVI SGUARDI Dal 16 al 25 ottobre 2020 Tavola rotonda di apertura: Venerdì 16 ottobre 2020, dalle 17.00 alle 19.00 In diretta streaming Interventi di: Luca Andreoni, Cristina Baldacci, Maurizio Guerri, Silvia PaoliVisite in sede e online degli Archivi Da sabato 17 a sabato 25 ottobre 2020 in diretta streaming Accesso: gratuito, con prenotazione obbligatoria per le visite in sede Tavola rotonda di chiusura: Domenica 25 ottobre 2020, dalle 18 alle 20 in diretta streamingAccesso gratuito, con prenotazione obbligatoria per le visite in sede Le visite online saranno trasmesse dalle piattaforme: Zoom, Teams e Streamyard. Con la possibilità di rivedere i video sul sito e sui canali Facebook e Youtube dell’Associazione. Calendario di tutti gli appuntamenti consultabile su: Rete Fotografia www.retefotografia.it Ufficio stampa: Alessandra Pozzi - T. +39 338.5965789 - press@alessandrapozzi.com Informazioni: www.retefotografia.it - segreteria@retefotografia.it
Alla galleria Fabbrica Eos inaugura la bella mostra fotografica di Manuel Scrima, dal titolo Disembody, primo appuntamento della rassegna New Post Human in programma per la stagione 2020/21, iniziativa che rientra nella rassegna DAAM in programma dal 1 al 4 ottobre presso Fabbrica Eos di Piazzale Baiamonti 2, Milano.
L’esposizione, a cura di Chiara Canali, raccoglie un corpus di lavori inediti di grande formato (100x100 e 50x50 cm) stampati su lastre di vetro e plexiglass montate assieme, in una sovrapposizione di più livelli che ricreano la complessità dell’immagine finale.
Sul pavimento un mosaico di 200x200 cm, costituito da un puzzle di 400 mattonelle di pietra tagliate a mano, che riportano le stampe fotografiche con i soggetti creati dall’artista. Le mattonelle sono composte da materiali a base quarzo, prodotte da Stone Italiana, una delle aziende più all'avanguardia nella produzione di quarzo e marmo ricomposto.
Le immagini dei corpi appaiono sospese nella loro raffinata essenza, come disegni su tessuto, che nella riproposizione del doppio si attraggono disegnando nuove figure che rimandano alla bellezza statuaria classica in una sorta di movimento di danza.
"Un nuovo uomo vitruviano - spiega Scrima - in posizioni diverse, una ricerca dell'astrazione creando immagini asimmetriche, sovrapposte, fino ad arrivare al mosaico che racchiude ottocento corpi stampati su quarzo a rendere l'immagine, optical e caleidoscopica".
Il titolo Disembody allude al processo della fotografia di Manuel Scrima che parte dallo studio del corpo umano, maschile e femminile, per arrivare a una fotografia disincarnata, incorporea, astratta, separata dal corpo di partenza.
Negli scatti di Scrima si rivela una profonda passione per la cultura classica e umanistica: la perfezione formale della scultura classica e il sensuale edonismo delle ombre dei corpi sono il punto di partenza di una fotografia che punta alla sintetizzazione formale e stilistica, in cui si fondono sagome astratte con linee geometriche attraverso un drammatico contrasto di chiariscuri. Manuel Scrima è interessato a una fotografia del dettaglio, ottenuta solamente grazie alla tecnica fotografica senza alcun intervento in postproduzione, dove la composizione e la simmetria delle forme non è dettata dalla duplicazione e specularità delle immagini ma dalla associazione maniacale di corrispondenze formali ed equilibri corporei. Una sorta di purismo fotografico riconducibile agli insegnamenti del teorico e artista Jaromír Funke, perché appartengono alla sua fotografia due componenti sostanziali: “il sentimento e la composizione”.
Un sentimento adamantino verso lo statuto dell’immagine in continua mutazione, evoluzione e trasformazione, che determina un senso di sospensione e alterità. A partire dalla frattura operata dalla Body Art, i corpi subiscono una modificazione iconica e culturale, divenendo dei corpi mutanti nati dalla contaminazione di pratiche espressive, mediali e tecnologiche. I corpi di Manuel Scrima, seppur mantenendo una forte carica sessuale e organica, sono ridotti a una forma fondamentale. L’indiscutibile evidenza della composizione formale serve a indirizzare l’attenzione sulla bellezza e la verità del soggetto. Una composizione fotografica legata all’idea di astrazione ma che si confronta con tutta la storia dell’arte moderna più che con la storia della fotografia. Robert Adams nel suo libro La bellezza in fotografia suggeriva che la fotografia è nuova “perché è per natura costretta a ripetere l’antico mestiere dell’arte: scoprire e rivelare il senso della confusa materia della vita. Paradossalmente, si può capire questa novità considerando, ad esempio, che le fotografie di Nick Nixon sono più vicine a Piero della Francesca che a Franz Kline, quelle di Robert Frank a Bruegel più che a Robert Motherwell, quelle di Mark Cohen più a Goya che a Frank Stella, e così via”.
Così la fotografia di Manuel Scrima rilegge preferibilmente le silhouette ritmate e astratte dei “Nudi Blu” di Henry Matisse piuttosto che i corpi scultorei di Robert Mapplethorpe; guarda alle voluttuose ed essenziali impronte blu di Klein più che le rayografie di Man Ray; studia le campiture a losanghe marroni di Rothko piuttosto che i fotogrammi astratti di Luigi Veronesi; riscopre le strutture geometrizzanti delle maschere cubiste piuttosto che le polaroid di Paolo Gioli.
RASSEGNA NEW POST HUMAN
Il periodo di emergenza sanitaria che ha investito non solo il nostro paese, ma il mondo intero, ha posto tutti in una condizione di stasi che ha provocato indubbiamente molte riflessioni, sulla condizione dell’essere umano, sul suo modo di stare al mondo e di farne esperienza, sulle relazioni. Non sappiamo se da questo scaturirà un vero e proprio cambio di paradigma ma abbiamo immaginato questo momento come una sorta di stand-by dopo il quale si deve ripartire, sapendo che nulla sarà più come prima, anche se in fondo nulla è mai stato come prima. Fabbrica Eos con questa rassegna fa un apparente passo indietro a quella che è sempre stata la sua peculiarità, la proposta di artisti sempre nuovi e spesso al loro esordio; nel corso dell’anno presenteremo una serie di mostre i cui protagonisti sono autori “nuovi” per la galleria o per il mercato dell’arte. Ma è un passo indietro per prendere la rincorsa verso il nuovo, verso quel Post-Umano che crediamo sia scaturito da questa situazione.
Manuel Scrima è un artista e fotografo/regista nato a Cremona da padre arbëreshë e madre belga che fin dagli esordi ha lavorato su più continenti. Nel suo lavoro sono sempre riconoscibili ispirazioni classiche e neoclassiche, parte della sua educazione visiva, che spesso ama rapportare a culture distanti ed esotiche. Nel 2006 inizia il suo periodo Africano (Afrika Awakes la sua mostra più celebre ha girato gallerie e musei con 10 repliche tra Francia, Inghilterra, Irlanda, Finlandia, Italia e Kenya). Le sue immagini restituiscono dignità e bellezza a un continente distorto dai racconti dei media e per questo vengono sostenute da realtà internazionali come: UNESCO, Medici senza Frontiere, Care International. In particolare nel luglio del 2009 espone al Ramoma, Museo d'Arte Moderna di Nairobi. Nel 2010 l'UNESCO lo sceglie come artista per una personale a Parigi che celebra la cultura del Kenya. Sempre nel 2010 alcune sue foto più rappresentative sono esposte ad Art Basel Miami. In quegli anni torna a vivere a Milano e decide di mettersi alla prova con la fotografia di moda e comunicazione. Collabora con molti brand tra i quali: Levi's, Iceberg, Gucci, Les Hommes, Yamamay, Carlo Pignatelli, Romeo Gigli, Silvian Heach, Lancetti, IKEA, Malloni. Nel 2010 inizia la sua avventura asiatica e la collaborazione con l’artista e stilista Angelo Cruciani. Con lui realizza diversi progetti a cavallo tra Arte, Comunicazione e Moda, (i.e. Made in China, She’s Not A Man). Nel 2012 la sua mostra AfreakA, curata da Alessandro Turci, fa parte del Festival Fotografico Italiano. Sue sono le immagini delle recenti performance e flash mob sull'amore promosse da Angelo Cruciani (2014-2020) e diverse opere fotografiche-pittoriche esposte in LOVVISM (2015). Nel 2018 si dedica a fotografare artisti, in particolari giovani cantanti di successo. Nel 2019 esce il suo short film ICEBERG, un video musicale legato ad una breve storia ambientata in un immaginario sobborgo italiano. E' il primo video italiano ad approdare sulla piattaforma World Star Hip Hop, bibbia della musica americana. Successivamente il film è premiato a Los Angeles e ad Atlanta. Sempre nel 2019 arriva anche un premio alla regia a Milano per il fashion film WHOMAN e il premio Alfa alla fotografia ad Aci Reale per la sua carriera. Nel 2020 è in corso la preparazione per Prosopon 2030: la mostra ufficiale per il cinquantesimo Giffoni Film Festival. L'artista incontra 2030 ragazzi della generazione Z e parla con loro di futuro e sostenibilità. Da questo percorso nasceranno 2030 ritratti, 2030 voci registrate, 2030 video di occhi che sognano e un collage di 2030 tessuti, ognuno con un desiderio destinato a realizzarsi in un prossimo futuro.
Manuel Scrima: Disembody A cura di: Chiara Canali Inaugurazione: Giovedì 24 settembre, ore 18.30 Dal 24 settembre al 22 ottobre 2020 Informazioni: T. +39 02 89073362 - www.fabbricaeos.it / info@fabbricaeos.it
FABBRICA EOS Arte Contemporanea Piazzale A. Baiamonti, 2 20154 Milano
FABBRICA EOS Gallery Viale Pasubio (angolo via Bonnet) 20154 Milano T. +39 02 6596532
L’ottava arte è un vocabolario di emozioni, nel senso ben evidenziato da Ferdinand de Saussure quando scriveva: “Il segno linguistico unisce non una cosa e un nome, ma un concetto e un’immagine acustica”.
Di fatto alcuni scatti sono veri e propri idiomi artistici, dall’intento formativo, ed è il caso di quelli esposti per la mostra “Il teatro di figura. Burattini, marionette, pupi e ombre” al Centro di Cultura, Formazione e Attività forensi dell’Ordine degli Avvocati di Genova in via XII Ottobre 3 al secondo piano dal 25 settembre al 13 ottobre. L’ingresso è libero dal lunedì al venerdì in orario 10 – 18.
L’esposizione su ideazione, organizzazione e allestimento dell’avvocato e artista Gabriella de Filippis accomuna due realtà di primo piano in Italia quali il Museo delle Marionette di Campomorone situato all’interno dello storico Palazzo Balbi (http://www.marionettecampomorone.it) e il Castello dei Burattini di Parma (www.castellodeiburattini.it) con gli scatti rispettivamente della fotografa, videomaker e giornalista Giulia Cassini e del fotografo e consulente finanziario Massimo Pezzica. All’inaugurazione del 25 settembre alle 18 saranno presenti diverse autorità, come il sindaco di Campomorone Giancarlo Campora e verrà proiettato un docuvideo emozionale a cura di Giulia Cassini e Gabriella de Filippis. A supporto dell’esposizione diversi insight critici con curatela scientifica di Gabriella de Filippis e di Donatella Ferraris, che rilevano gli aspetti fondamentali “raccontati” dalle immagini.
Un doppio binario che accende la fantasia e fa luce su uno spaccato storico di sicura presa, a partire dal Museo di Campomorone diretto da Paola Alpa, uno dei pochissimi esempi di “teatro domestico” usato nell’Ottocento dalle famiglie aristocratiche e nei primi anni del Novecento da molti nuclei borghesi che fa rivivere l’esperienza artistica e il lavoro di Angelo Cenderelli. Quest’ultimo utilizzò la sua innata creatività in molti campi quale ideatore, costruttore (tra i tanti esempi che si potrebbero addurre progettò da tecnico il Monumento ai Caduti di Piazza della Vittoria, l’ampliamento della Porta urbana di Piazza Manin, il Liceo-ginnasio Andrea Doria, il Palazzo dell’Intendenza di Finanza dell’attuale Via Fiume), scenografo e regista. Si segnala per approfondire tra le diverse pubblicazioni “Il teatro ritrovato. L’edificio marionettistico di Cenderelli a Campomorone” di Skira.
Tra le pagine di questo interessante volume, si legge nell’estratto di Eugenio Monti Colla: “Lo spettacolo di marionette presenta alcuni topoi molto particolari. In esso sono confluiti gli elementi più tipicamente d’effetto del teatro classico e del melodramma. L’amore contrastato, l’eroe reietto e abbandonato, l’ingresso del protagonista ad azione avviata, i co-protagonisti che preparano l’arrivo del protagonista, la caccia, il temporale, le nuvole in movimento, il mare in tempesta, il tramonto, il sorgere della luna… Le musiche di scena hanno, spesso, doppia trascrizione: per piccolo organico del genere café chantant per l’esecuzione dal vivo nei teatri di prestigio, per banda musicale da utilizzarsi nei piccoli centri privi di professori d’orchestra”.
Al Museo delle Marionette, inaugurato nel 1986 e completamente rinnovato nel 1993, sono esposte oltre 70 esemplari in ottimo stato conservativo e ben 265 costumi, testimoniando la ricercatezza dei particolari.
Di grande rilievo anche la collezione Giordano Ferrari del Castello dei Burattini di Parma dove, come spiega la curatrice della mostra Gabriella de Filippis, “Sono esposti circa 400 pezzi su oltre 300 metri quadri di esposizione che rappresentano solo una parte del lascito Ferrari. A questa collezione si sono aggiunti ulteriori contributi come quelli donati al Museo dalla moglie e dai figli di Franco Cristofori. Anche la figlia dell’ingegnere Amilcare Adamoli, burattinaio dilettante, alla morte del padre ha donato la sua collezione di burattini, copioni, fondali… Una testimonianza fondamentale, che ci permetterà di spiegare ai visitatori le differenze tra burattini a bastone, a mano vera, a guanto, poi la complessità delle manovre da sopra la figura che si tracciano con le marionette, e con i pupi, tipologia che si differenzia proprio per la tecnica del movimento”.
Un vero e proprio mondo tutto da scoprire con il patrocinio del Comune di Campomorone, del Museo delle Marionette Collezione di Angelo Cenderelli a Campomorone, del Comune di Parma, del Castello dei Burattini Museo Giordano Ferrari.
Il teatro di figura: burattini, marionette, pupi e ombre Patrocinio di: Comune di Campomorone, Museo delle Marionette Collezione di Angelo Cenderelli - Campomorone, Comune di Parma, il Castello dei Burattini - Museo "Giordano Ferrari" Organizzazione e allestimento a cura di: Gabriella de Filippis. Foto di: Giulia Cassini e Massimo Pezzica Dal 25 settembre al 13 ottobre 2020 Orari: lunedì - venerdì, 10.00-18.00 Ingresso: gratuito Informazioni: T. 010.566217 - 010.566432 - formazione@ordineavvocatigenova.it
Centro di Cultura, Formazione e Attività Forensi II piano Via XII Ottobre, 3 16121 Genova
Inaugurata l'8 luglio alle 18 in streaming e visitabile dal 9 all’30 settembre, in due diverse versioni e luoghi, la mostra Cathedral Effect, esposizione inedita dei lavori del fotografo e artista dell’immagine Luigi Tolotti.
Nella mostra, proposta in due varianti differenti all’interno di Spazio d’arte Trart, a Trieste, e della Galleria Prologo di Gorizia, l’autore indaga la relazione fra colori ed emozioni tramite le sue “light boxes”, opere che ricordano le finestre di una cattedrale.
Il risultato è un'ipnotica installazione che associa tra di loro immagini legate da un racconto da scoprire, cangiante emozionalmente su note musicali che trasportano il visitatore da icone di bellezza antica a simboli di contemporaneità e la luce ne cambia le immagini come in un caleidoscopio, ricordando i colori e le visioni delle vetrate delle cattedrali gotiche. Gli opposti si inseguono e sottolineano la nostra difficoltà di comprendere la realtà, il nostro mondo dell’illusione. Una navigazione estremamente pulita e affascinante.
Luigi Tolotti è noto per la sua instancabile ricerca tecnica e scientifica nella rappresentazione dell’immagine fotografica, incluse le installazioni d’avanguardia.
Per questo è il protagonista ideale di un’esposizione che rientra nel Science in the City Festival di ESOF2020, organizzata da Acquamarina Associazione Culturale, Trart spazio d’arte, in collaborazione con Associazione Culturale Prologo di Gorizia e Isomorph Srl.
In quest’esposizione muovendosi tra percettibile e impercettibile, le “finestre” di Tolotti, attraverso continui loop visivi, rivelano, con l’aiuto delle luci, della musica e di immagini tratte dalla storia, l’arte, il cinema, la natura e l’attualità, ciò che è alla base della fisica teorica, della matematica, dell’energia e dell’uomo: il principio di dualità, positivo e negativo, vero e falso, visibile e invisibile, 1 e 0, in moto perpetuo.
All’esposizione è associato un ciclo di tre conferenze e una visita guidata a cavallo tra arte e scienza, che avranno come protagonisti il fisico Hans Grassmann e lo stesso Tolotti e proposte alla galleria Trart dal 16 luglio per quattro mercoledì successivi, oltre che in streaming.
All'’inaugurazione, con la partecipazione di Annamaria Castellan, Federica Luser, Franco Spanò, del fisico Hans Grassmann e del fotografo Luigi Tolotti, si poteva seguire in streaming su https://meet.google.com/gmg-bwzk-dqt.
“A prima vista il lavoro di Luigi Tolotti è ipnotico. L’alternarsi delle immagini e dei colori risulta psichedelico. L’allestimento dei light-boxes sovrapposti rimanda ai riquadri delle vetrate gotiche e al loro impatto emotivo. Ma la loro visione scatena una riflessione profonda sul mondo delle immagini, sul bombardamento mediatico, su quanto la quantità di informazioni ne abbia diminuito il valore, fino ad annullarlo. L’effetto ipnotico è solo il livello più superficiale”, scrive la curatrice Federica Luser nell’introduzione alla mostra.
Sono molti gli accostamenti insoliti proposti dalla mostra: la donna-robot di Metropolis, uno dei simboli del primo cinema di fantascienza, viene affiancata a Steve Jobs e al Cristo pantocrate, a fotografie naturalistiche e a vecchie foto di guerra.
Questi arditi accostamenti, scrive Luser, rendono ancora più straniante il messaggio, spingendo il visitatore a pensare all’insensata ottusità che, tramite una comunicazione illusoria, vede l’umanità procedere, senza porsi particolari domande, verso obiettivi indotti e non necessari. Luigi Tolotti:“Considero la realtà nella quale viviamo insondabile. Riusciamo a interagire solo in una minima parte superficiale con il mondo come ci appare e la variazione di frequenze (cambiando i colori) mi aiuta a visualizzare queste mie considerazioni”.
Senz’altro si tratta di una mostra in cui non è assente una nota ironica: “Ma è un’ironia amara, gestita nel migliore dei modi e con perizia tecnica - prosegue Luser -. Due immagini sovrapposte che sfumano una nell’altra a seconda del colore di cui sono investite. Colore che attira e distoglie con forte implicazione sul piano emotivo: basta cambiare la frequenza e qualcosa cambia. L’immagine si trasforma, rendendo tutto aleatorio. Il messaggio che stavamo seguendo non esiste più, incalzato da quello successivo, così in un loop gestito da chi manovra il telecomando, o come un criceto nella ruota che insegue chissà che! Niente di più lontano dalla maestosità delle vetrate e dal silenzio delle cattedrali gotiche, anche quelle però se viste solo a livello superficiale mantenevano unicamente l’effetto ipnotico. Nulla più…”.
All’interno di Trart spazio d’arte, si potranno ammirare le opere nella loro interezza (con orario 18-20 da giovedì a sabato), mentre alla Galleria Prologo (via Isaia Ascoli 8/1, Gorizia) sono esposti ritratti multipli di varie dimensioni e opere sfogliabili dai visitatori (orario 16-19 da lunedì a venerdì).
Entrambe le esposizioni sono visitabili gratuitamente ma su prenotazione (alla mail cathedraleffecttrart@gmail.com), con accesso contingentato e nel rispetto delle normative vigenti.
L’inaugurazione e le successive conferenze si potranno visionare anche in streaming sui siti www.trart.it, www.prologoart.it, lineamirror-scienceinthecity.uniud.it, e sui relativi canali social. Lo stesso vale per le mostre, di cui viene proposta anche una visita virtuale sugli stessi canali.
Luigi Tolotti nasce a Trieste nel 1966, da sempre affascinato dall’arte visiva, inizia il suo percorso artistico a partire dalla fine degli anni '80, con particolare attenzione al disegno ed alla fotografia. Dopo aver terminato gli studi superiori, comincia a dedicarsi allo sviluppo e perfezionamento delle tecniche espressive.
Nel 1990 frequenta la “Scuola libera dell’acquaforte Carlo Sbisà”. Integra i suoi studi presso la “Scuola Internazionale di grafica di Venezia” frequentando in successione i corsi:
1994: fotoincisione e tecniche miste diretto da Daniel Divorne;
1995: fabbricazione carta a mano diretto da Fernando Masone;
1996: incisione–tecniche avanzate e sperimentali diretto da Riccardo Licata;
1996: stampa a colori simultanei “tecnica Hayter” diretto da Anna Romanello.
La carriera ventennale gli ha consentito di sviluppare una vasta esperienza nel campo delle tecniche di fotografia e grafica: - Incisione: tecniche tradizionali (acquaforte, acquatinta, ceramolle) - Incisione: tecniche sperimentali (stampa con matrici alternative: legno, cartone, plastica, ecc.) - Fotoincisione - Metodi di stampa fotografica tradizionali - Sviluppo e stampa di negativi - Pc softwares-Suite Adobe - Tecniche di stampa digitali - Utilizzo fotocamera a foro stenopeico - Cameraless photography
Mostre 1992: “Biennale giuliana d’arte” - Trieste
1993: “Collettiva d’incisione” presso la Sala Comunale di Trieste
1994: secondo premio giovani artisti Lloyd Adriatico 1994: “Collettiva di fotoincisione” presso la Galleria “Segno Grafico” di Venezia
1995: primo premio grafica “Trofeo Cesare Dell’Acqua”
1998: “Collettiva itinerante Trieste Arte & Parkinson”
2004: “Quotidiana 04” - Trieste
2006: “Quotidiana 06” - Lignano
2006: Festival “Trieste è fotografia”
2007: “Daydreaming Magazine” – Trieste
2007: Work in progress –Serre di Villa Rivoltella - Trieste
2007: Matrici sperimentali; Associazione culturale “Prologo” - Gorizia
2007: Bardou, Mons La Trivalle Francia
2007: Sala Comunale di Trieste, “In piazza si vive” 2007: Culture & Culture; Chateau de Padies Francia
2008: Giornata mondiale del foro stenopeico; Tolmezzo 2008: “Visioni stenopeiche”, Knulp Trieste.
2009: Fotografia stenopeica; Corte del Libro - Tolmezzo 2010: Libreria “Minerva” - Trieste
2010: "Uno+Uno"; Associazione Juliet presso A.S.P. ITIS - Trieste 2010: Quattro Artisti in viaggio con Ulisse; Associazione DDP; Tolmezzo
2010: Da Trieste a Parigi – Associazione culturale Twins – Trieste
2010: “Bloomsday”; Assessorato alla Cultura e DDProject - Trieste
2011: 54a Biennale di Venezia, Padiglione Italia, Regione Friuli Venezia Giulia
2012: Le Vie delle foto; Trieste
2013: “Io che non vivo" - Workshop relazionale
2013: Rayograph.Fashion editorial published on Juliet Art Magazine nr. 164/ Oct.- Nov. 2013
2013: Photoshooting “Rayograph: Space interaction at Fondazione d’arte contemporanea U. Carà” Comune di Trieste, Trieste, Italy (IT)
2014: "Fotonotte", Casa dell'Arte, Trieste, Italy (IT) 2014: Lectures at CoversArt, Conversazioni d’Arte contemporanea, Scuola del Vedere/partnership with Juliet Art Magazine, Trieste, Italy (IT)
Il progetto si concentra sul tema culturale delle energie rinnovabili, per diffondere la conoscenza in questo settore, sottolineando l'importanza del contatto che la scienza deve avere con la società, e in particolare con l'arte, al fine di produrre tecnologia che rispetti la natura e l’uomo. Come esempio, l' attenzione è rivolta all'energia solare termica e all' uso della biomassa di scarto, con la dimostrazione di un ciclo chiuso virtuoso che può contribuire alla sostituzione del combustibile fossile. Sono mostrati un concentratore solare (esposto in modo spettacolare nel giardino della Biblioteca) e un gassificatore per trasformare la biomassa in gas. La divulgazione scientifica - effettuata attraverso seminari dedicati - è accompagnata da riflessioni artistiche sul tema della luce e del potere del Sole, della sua interazione con la materia e della sostenibilità. Diversi artisti presentano le loro opere e vengono offerti laboratori fotografici in tema. Filologi e antichisti mostrano come alle radici della cultura europea scienza e arte fossero parti integrate della cultura.
Anno dopo anno aumenta il contenuto di CO2 dell'atmosfera. Spingendo il nostro pianeta verso il disastro. È evidente che le tecnologie esistenti non possono risolvere il problema.
Dove sono le nuove tecnologie, che sono urgentemente necessarie? Ha la fisica giungere alla fine? L'ingegneria ha raggiunto i suoi limiti? Nel nostro progetto di fisica e arte vogliamo mostrare che un nuovo modo di fare la fisica è possibile: la fisica non è fatta in qualche ghetto, separata dal resto della cultura e della società, organizzato dagli amministratori. Ma piuttosto la fisica come parte della cultura umana. Negli ultimi anni questo approccio ha avuto molto successo: per prima cosa abbiamo sviluppato lo specchio lineare, un sistema innovativo per la raccolta concentrata energia solare termica. ("noi" è un piccolo spin accademico insieme con studenti e dottorandi delle Università di Udine e Trieste.)
Lo specchio lineare è semplice, economico, efficiente e funziona anche in inverno e alle latitudini settentrionali. È più conveniente dei combustibili fossili.
Lo specchio lineare apre le porte a una nuova industria rinnovabile, perché è in grado di tostare la biomassa di scarto (che altrimenti si decomporrebbe in CO2) e riscalda durante l'inverno. La biomassa tostata viene chiamata "carbone solare", poiché può sostituire i combustibili fossili in tutte le applicazioni.
In questo momento fornire calore termico da fonti rinnovabili è una priorità. Ma in futuro si vuole anche produrre energia elettrica dal carbone solare. Le turbine convenzionali hanno molti limiti, quindi vogliamo usare qualcosa di meglio: l' eolipila.
La fisica dietro lo specchio lineare e l' eolipila erano presenti nella grande biblioteca di Alessandria. È quindi meraviglioso presentare ora i nuovi sviluppi di questa scienza europea perduta in una biblioteca, la biblioteca di Trieste.
Luigi Tolotti: Cathedral Effect
A cura di: Federica Luser
Inaugurazione: mercoledì 8 luglio 2020 ore 18:00 Dal 08/07 al 30/09/2020
Orario: 18-20 da giovedì a sabato Ingresso: gratuito Prenotazioni: cathedraleffecttrart@gmail.com Informazioni: www.trart.it - www.prologoart.it - lineamirror-scienceinthecity.uniud.it - T. +39 040 775285 - info@trart.it
Trart spazio d’arte Viale XX Settembre 33 34126 Trieste
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